Zoffoli su alluvione di maggio 2019: “Pompignoli pasticcia sui contributi”
|“Il Consigliere della Lega Pompignoli che è intervenuto sul tema del maltempo che colpì il territorio forlivese nel maggio dell’anno scorso – afferma Paolo Zoffoli Candidato PD alle prossime Elezioni regionali – si è soffermato solo sul dato più “basso” dei bandi che disciplinano i termini, le finalità e le modalità per il riconoscimento dei contributi”.
“Innanzitutto, è bene ricordare che se la Regione Emilia-Romagna non avesse chiesto e ottenuto lo stato di emergenza, non avremmo ottenuto la copertura statale. Poi, è doveroso fare alcune precisazioni sul percorso attraverso il quale ricevere contributi e sulle possibilità di rimborso”.
“Per i danni subiti da privatieattività produttive – continua il Consigliere uscente – è possibile presentare domanda di rimborso, accompagnata da relativa perizia certificata da un tecnico entro il prossimo 2 marzo. Nello specifico, i cittadini privati che hanno subito danni all’abitazione principale o alla seconda casa potranno chiedere gli indennizzi per il ripristino, la ricostruzione dell’abitazione distrutta o la sua delocalizzazione, la sistemazione o sostituzione di serramenti interni ed esterni, degli impianti di riscaldamento, idrico-fognario ed elettrico, di ascensori montascale e beni mobili, non registrati, come arredi ed elettrodomestici”.
” Zoffoli precisa anche alcuni dati sulle coperture: per le abitazioni principali, gli indennizzi potranno coprire fino all’80% dei danni nel limite massimo di 150 mila euro; il tetto potrà salire fino a un massimo di 187 mila 500 euro per le case distrutte o da delocalizzare, destinate ad abitazioni principali del proprietario alla data dell’evento, con l’aggiunta di 10 mila euro “una tantum” per le demolizioni, se necessarie. Per le seconde case invece il contributo potrà invece arrivare fino al 50% e comunque nel limite massimo di 150 mila euro. In entrambi i casi, per danni superiori a 10 mila euro, alla domanda deve essere allegata una perizia asseverata. Per i beni mobili non registrati, ad esempio gli arredi, si prevede un contributo di 300 euro a vano, fino a un massimo di 1.500 euro”.
“Quindi – conclude Zoffoli – il collega Pompignoli cita solo una parte del contributo possibile, ed ovviamente per pura propaganda, quella minore”.