La scuola del futuro, come si riparte dopo la pandemia: un dialogo con l’assessora regionale Paola Salomoni
|Un confronto a 360 gradi a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, nell’ambito della Festa democratica di San Martino in Strada, con l’assessora regionale Paola Salomoni e la consigliera provinciale Valentina Ancarani.
Ha introdotto il confronto il segretario territoriale del PD forlivese, Daniele Valbonesi, sottolineando come il “tema dell’istruzione sia centrale per il Partito Democratico, avendo come obiettivo quello di migliorare il futuro del nostro paese. Dobbiamo mettere i ragazzi nelle condizioni di poter lavorare e crescere”.
“C’é una scuola di prima, quella che conosciamo, che é stata interrotta subito dalla pandemia – ha affermato Salomoni – facendo sentire il bisogno di qualcosa che forse ormai era diventato una routine. Poi c’é la scuola del futuro, che dovrà essere diversa da quella che abbiamo chiuso. Ci sono spazi ridotti rispetto al numero degli studenti, numero di docenti ridotto: il covid ci ha mostrato i limiti. Anche sull’edilizia scolastica c’é tanto da fare, venivamo da lunghi periodi di disinvestimento, dai quali stavamo uscendo. Il prossimo grande cambiamento di attenzione sarà tra 9 giorni: dovremo cominciare ad occuparci del tipo di scuola che vogliamo, degli edifici, dell’organico, della numerosità delle classi”.
Sul tema dell’edilizia scolastica ha chiarito Ancarani: “Le Provincie hanno avuto la funzione di coordinamento sul territorio. L’edilizia provinciale delle scuole secondarie é vecchia, a parte qualche rara eccezione, con problemi quasi irrisolvibili. Laddove é possibile interveniamo con soluzioni temporanee, ma occorre un piano che sia ampio e che possa ripensare la scuola superiore per renderla più attuale e per questo occorrono fondi. Noi per fortuna avevamo fatto partire un tavolo di confronto già a novembre, che ci ha dato la possibilità di trasferire classi in altri spazi. Oggi possiamo dire di avere spazi per la didattica e per la ginnastica per tutti”. Sul trasporto scolastico Ancarani spiega “abbiamo attivato anche in questo caso un tavolo con Amr e Start Romagna, chiedendo innanzitutto di poter potenziare le corse e la Regione é al lavoro su questo. Le entrate e le uscite da scuola sono i momenti più critici, dove si possono creare assembramenti, anche su questo abbiamo messo in piedi un tavolo e incontreremo il Prefetto, molti istituti utilizzeranno diverse entrate e uscite dagli edifici”.
Poi Salomoni affronta il tema dell’Università, affermando che “l’arrivo di Medicina a Forlì e Ravenna é il segno della maturità dell’insediamento romagnolo, si tratta di un’eccellenza e mai quanto in questo momento formare medici é una necessità. Non é immaginabile – chiarisce però- un’università senza professori e studenti che si incontrano. Tutte le università di qualità devono cercare di tornare ad una modalità più possibile in presenza: il vero nodo é capire che non si può surrogare il diritto di studiare pagando meno tasse e seguendo lezioni da casa. Questo diritto é anche partecipare alle lezioni. Come politica dobbiamo dare valore al modello che avevamo prima”.
Infine l’assessora regionale spiega quali azioni aggiuntive, oltre ai protocolli ministeriali, sta mettendo in campo la Regione: “Pensiamo all’utilizzo dei test rapidi in loco, per monitorare lo stato della situazione all’interno di una scuola nel caso ci fossero positivi, onde evitare chiusure di massa e dare continuità ai ragazzi. In Emilia-Romagna nel frattempo si sono sottoposti ai test sierologici oltre 25mila docenti, tra cui anche insegnati di scuole private. La stima é che si tratti di circa un quarto del totale. Di questi sono risultati positivi due, questa mi pare una buona notizia”.