Si è svolta giovedì mattina la conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali di domenica dei candidati del Pd forlivese Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli. Il segretario territoriale del Pd forlivese, Valentina Ancarani, ha sottolineato che è stata portata avanti una “campagna elettorale in mezzo alla gente. Abbiamo toccato tutti i Comuni, da Premilcuore a Tredozio. Nonostante questo è stata una campagna elettorale a costi molto contenuti, finanziata dal basso, dai cittadini con i loro contributi volontari. Renderemo pubblico il bilancio non appena saranno disponibili i dati”.
“A sostenerci sono intervenuti Graziano Delrio (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), Simona Bonafè ed Elly Schlein (europarlamentari), Anna Ascani (parlamentare), Stefano Bonaccini (candidato alla presidenza della Regione). A questi si aggiungono i tanti appelli che provengono dal territorio, dal parlamentare Marco Di Maio, ai sindaci Drei, Frassineti, Menghetti, Zaccarelli, Zelli, Valbonesi, Grandini, Toledo, Pieraccini; dal professor Roberto Balzani, a tutti i consiglieri del Pd di Forlì, dal capogruppo in consiglio comunale di ‘Noi con Drei’ Mario Peruzzini, alla giunta di Forlì – continua Ancarani -. La chiave per riavvicinare l’ente regionale alla gente è stata quella di scegliere due ex amministratori che in questi ultimi anni hanno svolto la loro professione dedicandosi ai bisogni dei cittadini”.
“Siamo di fronte ad una sfida complicata – esordisce Ravaioli -: nel confronto con i cittadini si percepisce chiaramente la disaffezione, certo non ingiustificata, nei riguardi della politica. Proprio per questo, però, occorre stimolare la partecipazione, sottolineando la centralità della Regione in ambiti cruciali, dalla sanità alla gestione dei rifiuti alle infrastrutture, e l’importanza della presenza di consiglieri che portino avanti le istanze dei territori, mettendo al centro i bisogni delle persone e sorvegliando, affinchè le decisioni non penalizzino alcune aree rispetto ad altre, per logiche di pesi e contrappesi politici che poco hanno a che fare con il merito. – ha esordito Ravaioli – Non basta, però: occorre insistere sulla necessità di sostenere in Regione persone libere, che sappiano difendere senza tentennamenti e con la schiena diritta le loro posizioni, anche quando sono scomode o isolate, così come il territorio forlivese ha già ampiamente dimostrato di essere capace. Ecco io cercherò di fare questo, se sarò eletta, dando il mio contributo di giovane e donna per un’ Emilia-Romagna nuova, che abbia la forza di riprendere quel ruolo di traino e modello, rivestito per decenni, su tante questioni: dalla creazione di lavoro, anche in nuovi ambiti di sviluppo economico e occupazionale quali la green economy e l’industria creativa, alla valorizzazione di un nuovo modello culturale e turistico, ripartendo dalla lotta alla corruzione e all’infiltrazione mafiosa che distrugge la nostra economia sana ed investendo su quel sistema formativo che ha rappresentato un’eccellenza assoluta. Un sistema su cui si costruisce il futuro di un territorio e di un Paese e sul quale la nostra Regione può candidarsi a sperimentare il modello 0-6 anni proposto in Parlamento dal Pd e può lavorare per investire sulla partita cruciale del diritto allo studio, fino all’alta formazione, con la consapevolezza che dai saperi e dalla ricerca passano ripresa e crescita”.
“Da quando mi hanno proposto la candidatura a consigliere regionale ho girato tutti i Comuni della Romagna forlivese, ho incontrato e ascoltato tanta gente, stretto mani e guardato negli occhi a migliaia di persone, ovunque; – ha detto Zoffoli – ho illustrato il mio modo di lavorare, la mia idea di politica come servizio e quali sono le priorità per cui, in rappresentanza del nostro territorio, mi impegnerò in Regione, se verrò eletto. La Regione determina moltissime delle grandi politiche territoriali, a partire dalla Sanità. Eleggere rappresentanti conosciuti ed affidabili, capaci di rappresentare gli interessi del territorio, sicuramente fa la differenza. Forlì deve rialzare la testa in Regione: mi candido per questo e per dare più forza a tutti i Comuni del nostro comprensorio. Proprio perché conosco l’importanza che può avere la Regione e conosco bene il territorio da cui provengo, Forlì e i comuni della nostra collina e montagna – ha detto ancora Zoffoli -, sono pronto a battermi e a ripagare la fiducia che chiedo in queste elezioni con il più totale impegno, quello che conosce chi ha avuto in qualche modo a che fare con me negli anni in cui sono stato sindaco. Occorre che la nostra Regione metta in campo più coraggio: il coraggio di cambiare, di fare scelte, se necessario, anche controcorrente, come ho fatto io quando da sindaco a Forlimpopoli sono stato il primo ad avviare la raccolta dei rifiuti differenziati porta a porta, o quando abbiamo cominciato il processo di fusione con il Comune di Bertinoro”.
Durante la conferenza stampa è stato presentato il sostegno del mondo della scuola ai candidati. Il documento, riassunto dalla coordinatrice del Forum Scuola, università, ricerca e sviluppo, Loretta Lega, è stato firmato da 31 tra docenti, dirigenti, amministratori. “Per una fortunata coincidenza i due candidati che il nostro territorio esprime per il prossimo consiglio regionale conoscono molto bene il mondo della scuola. Paolo Zoffoli è maestro elementare, ma anche per diversi anni sindaco di una città che ha curato molto bene l’istruzione pubblica. Valentina Ravaioli, forse futura insegnante, si è occupata come assessore del Comune di Forlì dei giovani e delle loro iniziative. Due persone giuste per portare avanti idee e progetti in Regione, sull’istruzione, i servizi educativi, l’infanzia, la ricerca, l’Università. – ha spiegato Lega -. Le Regioni possono fare molto per qualificare il sistema educativo e garantire opportunità a tutti i bambini e i ragazzi; per sviluppare i loro talenti, le attitudini, le potenzialità; per aiutare chi è in difficoltà e metterlo al pari degli altri. In particolare una regione come la nostra, che ha forti tradizioni di impegno e di qualità nel campo delle strutture educative e dell’innovazione didattica. Questo impegno deve continuare, anzi, deve essere rafforzato di fronte a qualche appannamento degli ultimi anni. I soldi spesi per l’istruzione sono soldi spesi bene, per i ragazzi, per il loro futuro, la loro formazione–professionale e non solo- per il loro lavoro. Dobbiamo fare di più per i nostri studenti e la Regione può farlo, destinando risorse e iniziative per i giovani in tutti i campi (istruzione, sport, tempo libero, cultura, apprendistato). Una quota più consistente della ricchezza della nostra regione deve essere orientata verso le giovani generazioni”.