Sulla questione rifiuti ricapitoliamo i passaggi fatti. Fino a qualche mese fa, obiettivo primario e fondamentale per Forlì era quello di scongiurare il potenziale aumento di portata dell’inceneritore – derivante dall’applicazione del cd ‘Sblocca Italia’- con conseguente innalzamento del limite di smaltimento da 120 a 180 mila tonnellate di rifiuti, sia urbani che speciali, anche da fuori Regione. La politica locale si è quindi attivata e, sollecitando quella regionale, ha fatto ciò che era necessario per garantire il rispetto degli impegni presi con i forlivesi, raggiungendo con la Regione e il gestore dell’impianto di via Grigioni un accordo che mantiene e fissa il limite massimo di portata dell’inceneritore a 120 mila ton, con esclusione dei rifiuti speciali, extraregionali e provenienti da situazioni emergenziali. Tale accordo è stato poi recepito nella relazione generale del piano rifiuti recentemente approvato dall’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna su proposta dei consiglieri forlivesi Paolo Zoffoli e Valentina Ravaioli. Il piano definisce gli strumenti da applicare per raggiungere, entro il 2020, gli obiettivi fissati dalla Legge Regionale 16/2015: riduzione dei rifiuti pro-capite, aumento del recupero e riciclo, tariffazione puntuale, costituzione di un fondo a sostegno dei Comuni che attivino pratiche virtuose, incentivazione della produzione e della commercializzazioni di prodotti più ecologici, potenziamento della filiera del recupero. Dove sta quindi l’incoerenza che in tanti vogliono accreditarci in questi giorni? L’incoerenza è di chi ha cercato e trovato risposte concrete ad una situazione articolata e complessa o in chi alimenta la questione senza proporre soluzioni percorribili? Una politica seria non affronta i problemi scaricandoli sulle altre comunità, rinunciando ad affrontare i problemi in maniera strutturale. Troppo spesso, infatti, in questo dibattito si tralascia un aspetto centrale: la responsabilità di raggiungere gli obiettivi virtuosi fissati dalla legge regionale grava su ognuno di noi, consumatori, imprese, enti, associazioni. Ed ognuno di noi deve essere chiamato a porre in essere tutte le azioni a ciò necessarie, a cominciare dalla riduzione della quantità di rifiuti prodotta pro capite, ancora troppo alta sia in Provincia che in Regione. La risposta che ci consentirà di rendere superfluo ogni inceneritore è quindi necessariamente collettiva e quella che ci attende è una sfida in primo luogo di natura culturale.
Cosa resta da fare? ciò che resta siamo pronti a farlo, come sempre è stato fin qui, senza trionfalismi, ma consapevoli della rilevanza degli interessi in gioco, a cominciare dalla salute dei cittadini. Per questo intendiamo chiedere alla Regione ed agli Enti competenti un impegno a realizzare uno studio ad hoc sugli inquinanti ambientali e sulle ripercussioni di questi nelle aree limitrofe agli inceneritori. E lo chiederemo in tempi rapidi affinché quei dati possano essere disponibili per la revisione del piano prevista per il 2017.
Valentina Ancarani
Segretario territoriale Pd forlivese