Carissime e carissimi
L’emergenza sanitaria Covid-19 si è abbattuta sulle nostre vite come mai avremmo immaginato.
Mai avremmo pensato di dover modificare così profondamente i nostri stili di vita, di doverci preoccupare per il nostro futuro lavorativo in un periodo lontano dalla recessione, di dover temere per i nostri cari e di non poterli vedere, abbracciare, salutare.
Mai avremmo pensato, nel 2020, in assenza di guerre o crisi finanziarie internazionali, di doverci preoccupare di una ricostruzione sociale ed economica.
Eppure è successo, sta succedendo, e dobbiamo tenere i nervi saldi per passare il guado.
Come Partito Democratico forlivese non siamo immuni a questa crisi.
Dovendo adeguarci alle norme di distanziamento sociale e alla chiusura delle attività non essenziali, eventi pubblici e iniziative nei circoli e sul territorio sono sospesi, in attesa delle prossime disposizioni governative e della ripresa. In questo periodo abbiamo dovuto rinunciare alla maggior parte delle attività che sono proprie della nostra azione politica, eppure, attraverso i nostri Sindaci, i nostri eletti, i nostri Circoli, cerchiamo quotidianamente di monitorare l’evolversi della crisi, gestendola direttamente nei Comuni dove siamo al governo e tenendo alta la guardia dove per il momento siamo all’opposizione.
Per tutti questi motivi i cittadini possono rivolgersi a noi – ai nostri Sindaci, ai nostri eletti, ai nostri segretari – per segnalare problemi, chiedere supporto, trovare un punto di ascolto e un conforto in un momento in cui ognuno di noi deve dare fondo a tutte le proprie risorse, anche emotive, per farsi forza e andare oltre.
Politicamente, crediamo che il Governo stia facendo tutto quanto è in suo potere e stia mettendo in campo misure di supporto ai singoli cittadini e alle imprese come raramente è successo in tempi recenti.
Al di là della necessaria lotta alla diffusione del virus, come Partito vogliamo vigilare affinché la ripresa avvenga nel modo giusto e corretto, strutturato e senza i vizi e le storture che troppo spesso hanno macchiato le politiche di ricostruzione e sostegno di questo Paese.
Oggi più che mai la classe politica, tanto più se al Governo, deve dimostrare di aver compreso che le priorità dei cittadini – il lavoro, la salvaguardia delle imprese, una rapida ripartenza, la tenuta sociale ed economica del sistema, l’equità e la solidarietà – non sono procrastinabili né barattabili.
A livello locale, l’azione del Partito Democratico è stata purtroppo ridotta allo stretto necessario e la normale dialettica politica ha dovuto cedere il testimone ai vari livelli istituzionali, come è giusto che avvenga per fronteggiare un “periodo di guerra”. Questo non toglie che ci siano questioni particolarmente importanti, che meriterebbero molta più attenzione di quanto non si possa fare ora e che dovranno necessariamente tornare al centro dell’agenda politica, non appena sarà conclusa l’emergenza sanitaria.
Solo per fare dei riferimenti più chiari, credo che due temi siano oggi particolarmente importanti per il nostro territorio: la formale uscita del Comune di Forlì dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese e la discussione sulle azioni che questo territorio, all’interno di un contesto provinciale e romagnolo, debba mettere in campo per gestire la prossima emergenza, quella economica.
Sull’Unione dei Comuni, penso – come ho già chiarito la settimana scorsa – che la Giunta Zattini compia un errore sia nel merito che nel metodo. Nel merito, perché scelte come queste si fanno a seguito di un’analisi profonda di ciò che è avvenuto e di ciò che in prospettiva possa essere utile a questo territorio, e non per una valutazione di parte, prettamente tipica della destra, che “soli è bello” e “ognuno pensi per sé”. Certamente l’attuale Amministrazione di Forlì rispetta coerentemente quanto annunciato nella campagna elettorale del 2019, ma sottrarsi al ruolo di comune capoluogo e di “calamita” per il territorio forlivese è un grave errore a danno dei piccoli comuni, che aumenteranno le loro difficoltà nell’erogare i servizi fondamentali per i propri cittadini. Ma l’errore è grave anche per la Città capofila, che non coglie l’importanza di condividere e pianificare progetti in e per un contesto ampio e diversificato e tende essa stessa ad un isolamento che potrà essere considerato poco significativo nel presente, ma che potrebbe avere forti ripercussioni negative nel futuro. Nel metodo l’errore di Forlì è poi grave perché, in un momento di emergenza sanitaria senza precedenti, è evidente che sarebbe stato giusto e corretto posticipare scelte così rilevanti ed impattanti sulla vita dei cittadini. Se un limite c’era, quello del 30 aprile, era possibile chiedere in maniera concordata alla Giunta regionale di concedere una proroga. Non si è voluto fare, si è voluto invece procedere in maniera autonoma e autoritaria, dando un pessimo esempio di politica non partecipata e non condivisa.
L’altra considerazione che mi sento di condividere, riguarda quello che seguirà all’emergenza sanitaria, la cosiddetta “fase 2”. Appena sconfitto o perlomeno controllato il Covid-19, e sono fiducioso che questo giorno arriverà tra poche settimane, dovremo affrontare l’emergenza economica. Considerato quanto sta facendo e dovrà fare il Governo, il territorio forlivese dovrà tenersi pronto anche all’interlocuzione con la Regione Emilia Romagna. Per questo ho accolto con favore la proposta di parte del mondo economico forlivese di istituire una “cabina di regia” che includa le istituzioni, le associazioni di categorie, le rappresentanze sindacali e tutti i principali attori territoriali. Penso inoltre che debba avere valenza provinciale e che debba essere proprio la Provincia di Forlì-Cesena a farsene capofila, poiché a quel tavolo, oltre alle azioni di “difesa”, e quindi rivolte alla protezione delle fragilità causate dalla crisi, credo si debba pensare al futuro di questo territorio. Dalle infrastrutture necessarie a rilanciarlo, aeroporto e collegamento tra Forlì e Ravenna in primis, alle indispensabili azioni rivolte al comparto manifatturiero, al rilancio di un settore da anni in difficoltà come quello agricolo, continuando con la spinta del settore culturale e turistico che in questi anni ha avuto un trend di crescita, senza dimenticare la ricchezza ambientale, di beni primari, rappresentato dalle aree interne della nostra provincia. Sono solo alcune delle considerazioni e ragionamenti che possono essere lo spunto per una discussione collettiva che questa grave emergenza ci costringe a fare ed alla quale non possiamo sottrarci.
Nella speranza che questa mia possa essere da stimolo per una riflessione e una discussione che il Partito Democratico Forlivese ritiene fondamentali, colgo l’occasione per augurarvi una Pasqua serena.
Daniele Valbonesi
Segretario territoriale PD forlivese