In merito alla preoccupante situazione creatasi presso la struttura EX-IPAB Zangheri, spiace constatare come, a fronte di alcuni semplici quesiti posti al Sindaco e alla Giunta già dallo scorso consiglio comunale del 6 aprile le risposte dei vertici cittadini siano ancora vaghe e latitanti.
I quesiti che noi, come tanti altri cittadini forlivesi, abbiamo posto, sono semplici: quali misure ha adottato l’Amministrazione per evitare e contenere il contagio nella casa di riposo e con quali tempistiche?
Insufficiente, al riguardo, è quanto comunicato dall’Assessore Tassinari nel corso del Consiglio Comunale, che ha fatto esclusivamente riferimento alla organizzazione di due videoconferenze (il 26 febbraio e il 26 marzo, i cui contenuti ed esiti sono ignoti), alla distribuzione di mascherine e DPI solo dalla fine di marzo e alla formazione degli operatori solo dal 6 aprile.
Grave e privo di ogni evidenza scientifica è, inoltre, quanto riferito dalla stessa Tassinari con riferimento all’insorgenza del focolaio della Zangheri, che sarebbe stata favorita dall’ingresso delle badanti nella struttura, affermazione che, peraltro, tradisce la piena consapevolezza dell’esistenza di comportamenti rischiosi nonostante l’emergenza sanitaria in essere.
È quindi lecito chiedersi se, nel corso delle richiamate videoconferenze, il problema delle case di riposo, anche rispetto a comportamenti tipici che caratterizzano la vita delle stesse (come l’ingresso di operatori sanitari, parenti e badanti), sia stato adeguatamente trattato. Così come è lecito chiedersi se, in piena emergenza sanitaria, sia da ritenersi sufficiente l’organizzazione, da parte dell’assessore Tassinari, di due sole videoconferenze con i diretti interessati.
Certo, non spetta a noi stabilire se e in quale misura vi siano state responsabilità nella gestione dell’emergenza nelle RSA cittadine, aspetti su cui farà chiarezza la magistratura, ma è nostro dovere interrogarci su quanto sta avvenendo e interrogare chi ha ruoli decisionali, nonché fornire il nostro aiuto e contributo alla città, come abbiamo dichiarato a più riprese fin dall’inizio dell’emergenza.
Ad oggi, difatti, non è stato ancora possibile apprendere se durante gli incontri menzionati sia stata valutata e decisa l’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione, quali, ad esempio, l’istituzione di un triage per tutti gli esterni, procedure di sanificazione e, ancora, la predisposizione di speciali modelli comportamentali per residenti e visitatori.
Per tale ragione abbiamo presentato una nuova richiesta di accesso agli atti con la quale contiamo di poter aiutare i cittadini forlivesi a far luce su questa vicenda. Ci rivolgiamo pertanto al Sindaco Zattini che, quale autorità sanitaria locale, titolare del potere di nomina di due membri del consiglio direttivo dell’EX-IPAB Zangheri, ha il dovere stringente di riportare la struttura, al pari delle altre presenti sul territorio forlivese, sotto il pieno controllo.
Riteniamo che tale compito sia massimamente prioritario e che non possa fare a meno di tenere in considerazione tre profili: uno sanitario/preventivo, riguardante l’approvvigionamento costante e prioritario di DPI agli operatori e agli ospiti; uno informativo, che garantisca un flusso periodico di informazioni relativo allo stato di salute degli ospiti in favore dei loro familiari, molti dei quali ad oggi privi di notizie dei loro cari; uno di coordinamento, che possa anche prevedere l’istituzione di un commissario ad hoc che sopperisca alle carenze riscontrate, adempimento che, alla luce dei fatti, doveva essere posto in essere sin dai primi momenti dell’emergenza sanitaria.
A condividere le nostre parole è anche il Segretario territoriale, Daniele Valbonesi: andando oltre l’attualità forlivese, l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci deve far riflettere. Queste strutture, nelle quale il rapporto pubblico/privato può essere rivisto e comunque migliorato, dimostrano quanto sia evidente la necessità di prevedere una direzione sanitaria dalla cui assenza, in questa epidemia drammatica, discendono moltissimi dei limiti di intervento e standard qualitativi che abbiamo riscontrato. Ancora una volta, in situazioni emergenziali come questa, risulta chiaro quanto una dimensione come quella sanitaria debba essere costantemente oggetto di coordinamento politico a tutti i livelli istituzionali e socio-economici.