“Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale di Premilcuore abbiamo purtroppo assistito ad un ignobile ed indegno intervento del Sindaco, Ursula Valmori, con accuse di nepotismo, già pubblicate su una pagina Facebook istituzionale, riferite a situazioni pregresse che hanno riguardato giovani premilcuoresi vincitori di concorsi presso vari enti”. Esordiscono così il segretario del Circolo PD di Premilcuore, Roberto Freddi ed il segretario territoriale del PD forlivese, Daniele Valbonesi.
“Riteniamo irrituale ed irrispettoso nei confronti delle istituzioni il comportamento tenuto dal Sindaco della Lega, nel corso del suo intervento durante il quale ha puntato il dito contro precedenti giunte di centrosinistra ed ha avuto un acceso battibecco con il capogruppo della minoranza in consiglio comunale, Marco Menghetti. Ora, posto che i concorsi sono pubblici, basati su titoli e merito dei candidati, il Sindaco di un piccolo comune dovrebbe esprimere soddisfazione per la scelta di suoi giovani concittadini che vogliono tentare di trovare occupazione nel proprio territorio e di non spostarsi altrove come spesso avviene, a prescindere dal loro orientamento politico, o supposto tale. Vogliamo ricordare che si è sindaci di tutti i cittadini, anche di coloro che ‘non ti hanno votato’ – proseguono Freddi e Valbonesi -. Per questo l’Italia è una democrazia e un non un regime totalitario. Chi ricopre cariche così importanti dal punto di vista istituzionale non può trasformare la seduta di un Consiglio comunale, in una sorta di ‘Bar Sport’, dove le opposte tifoserie si fronteggiano e non può utilizzare strumenti e piattaforme istituzionali per scontri politici di parte”.
“La nostra non vuole essere sterile polemica e lo dimostra il lavoro fatto in questi anni e l’atteggiamento propositivo dimostrato anche dai banchi della minoranza sempre volto a contribuire al bene del Comune di Premilcuore, che ci ha visto valutare le scelte amministrative con disponibilità e, non di rado, condividerle mettendo da parte questioni politiche e di schieramento”, sottolinea Freddi.
“Chiediamo pertanto che il Sindaco si scusi pubblicamente per il suo atteggiamento di parte, considerando tra l’altro, che le accuse di nepotismo vanno ad infangare anche l’operato e la memoria di chi non c’è più e ha servito la comunità per anni con generosità e lungimiranza, mortificando inoltre i diretti interessati. Come PD territoriale e locale, crediamo che questo episodio metta in luce un’errata concezione della democrazia e della istituzione del Sindaco: ricordiamo che un Comune non è un’azienda privata, né tantomeno una lobby personale da gestire a proprio piacimento”, concludono.