Nel perdurare di guerra e pandemia, questa settimana in Italia si contraddistingue per eventi politici di segno diametralmente opposto. Da una parte, martedì il Governo ha assunto l’impegno alla definizione di un’agenda sociale che risponda alle esigenze reali delle famiglie, impegnandosi a concentrare la propria azione sull’emergenza della crescente povertà, sulle misure per la creazione di lavoro, su salario minimo, rinnovo dei contratti, costo del lavoro, retribuzioni, precariato.
Dall’altra, nel mezzo di una congiuntura internazionale drammatica che incide gravemente sul nostro quadro economico, assistiamo increduli a dinamiche parlamentari che minacciano la prosecuzione del Governo Draghi e dunque la possibilità di portare a compimento investimenti, riforme e un rinnovamento sociale, e anche culturale, che attendevamo da anni.
Nel totale rispetto delle prerogative parlamentari e dei partiti, crediamo che questo sia il momento della responsabilità. Ha ragione il segretario Enrico Letta quando dice che se cade il Governo Draghi non potrà esserci un secondo Governo del Presidente, la parola torni agli elettori. È però proprio questo il nodo, oggi. In questo stato di cose, se il Governo cade, quali le conseguenze economiche, sociali, sul fronte investimenti, del PNRR, delle relazioni internazionali e della credibilità che è innegabile oggi l’Italia ha?
Per questo motivo, vogliamo continuare a guardare avanti e siamo sempre più convinti che il percorso avviato la scorsa settimana con l’Agorà “Un lavoro. Un contratto.”, promossa da Graziano Rinaldini (PD Forlivese) e Flavio Casetti (Articolo Uno Forlì), sia corretto e punti l’attenzione su aspetti fondamentali del tema lavoro, considerandolo in una prospettiva complessiva, dal quadro normativo ad una maggiore retribuzione in busta paga.
La discussione che si è svolta, con la partecipazione di esponenti locali del Partito Democratico e di Articolo Uno e di diversi cittadini, ha evidenziato nodi fondamentali del dibattito nazionale in corso, da cui sono già emerse proposte concrete: una legge sulla rappresentanza sociale, sindacale e politica, la definizione certa dei confini e dei protagonisti legittimi della contrattazione collettiva, una razionalizzazione della funzione e dell’applicabilità dei contratti nazionali, una legge sul salario minimo legale e sui meccanismi di adeguamento salariale alle dinamiche dell’inflazione (+ 8% nel mese di giugno, Istat).
Il momento è molto critico, ma il nostro impegno non cambia e manteniamo fermo l’obiettivo di approfondire ulteriormente con i nuovi tavoli di discussione che ci saranno da settembre. Nelle parole di Simona Lembi, referente Lavoro del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna, la nostra regione si è collocata da tempo nel solco degli obiettivi fissato dal Governo Draghi, a partire dal Patto per il Lavoro e per il Clima. Come Partito Democratico la volontà di creare un’Agorà permanente sui temi del Lavoro ci fa sperare nella possibilità di un’azione politica sinergica che possa fronteggiare l’incertezza che stiamo vivendo.
Flavia Cattani
Coordinatrice Segreteria territoriale PD Forlivese