“Con riferimento agli articoli apparsi sulla stampa, è bene precisare che è del tutto infondato qualsiasi riferimento a tagli regionali sul trasporto in ambulanza. Così come è del tutto infondato il fatto che prima in Regione gli invalidi al 100% con accompagnamento potessero contare sul servizio gratuito. Se si fosse informata prima di fare dichiarazioni allarmistiche sul servizio regionale, l’On Buonguerrieri avrebbe appreso che si tratta dell’adozione del regolamento unico dell’Azienda USL della Romagna sui trasporti sanitari secondari, che ancora venivano gestiti con regole e modalità diverse nei 4 territori delle ex aziende sanitarie”. Esordisce così la segretaria del PD forlivese Gessica Allegni, che entra nel dettaglio della delibera, facendo chiarezza.
“Più precisamente, l’Azienda USL della Romagna con delibera n. 431 del 22.12.2023 ha approvato il regolamento aziendale sui trasporti sanitari secondari, entrato in vigore dal 1° gennaio 2024, presentato in Conferenza territoriale sociale e sanitaria con cui si è condivisa la sua applicazione al 1° giugno 2024 (in analogia alle scadenze del decreto emergenza alluvione) per i territori della provincia di Forlì-Cesena, territori in cui, a differenza delle Province di Ravenna e Rimini e degli altri territori della Regione, era abitudine fornire il trasporto in ambulanza a tutti gli invalidi al 100%. Tuttavia, il solo requisito dell’invalidità al 100% non è sufficiente per norma nazionale per ottenere il trasporto in ambulanza: la condizione richiesta per porre in carico all’Azienda il trasporto in ambulanza è che il cittadino invalido al 100% sia in Assistenza domiciliare integrata/programmata. Peraltro, l’Azienda, consapevole che la condizione di invalidità al 100% può ricoprire situazioni assai diverse, ha previsto all’art. 10 del Regolamento la valutazione di particolari condizioni cliniche che, seppur non incluse nei LEA, possono essere autorizzate in deroga con oneri a carico dell’Azienda – spiega Allegni -. E’ probabile che nei territori di Forlì e Cesena l’abitudine a consentire il trasposto gratuito a tutti gli invalidi al 100% abbia reso meno pressante l’esigenza dell’inserimento delle persone in ADI o non abbia abituato i professionisti alla valutazione delle condizioni cliniche particolari ed è per questo che, in questa fase di cambiamento, le persone che ritengono avere avuto un diritto non riconosciuto possono presentare segnalazione scritta, anche al fine di valutare il loro appropriato inserimento nella Assistenza Domiciliare Integrata”.
“Per venire incontro alle necessità di pazienti, che non siano in Assistenza domiciliare integrata o programmata, che devono recarsi in ospedale con accessi programmati, si può fare riferimento alle organizzazioni di volontariato, che insistono sul territorio e che svolgono già questo tipo di trasporto, dotate sia di ambulanza che di mezzi con pedana per il carico di pazienti in seggetta, i cui costi, trattandosi di ODV, sono rimborsi delle spese effettivamente sostenute. E’ comprensibile il disappunto per chi vede cambiate le condizioni di accesso, soprattutto di fronte a cifre significative, ma è bene sottolineare che non si tratta di vedersi cancellato un diritto, quanto di trattare tutti i cittadini della Romagna e della Regione alla pari e in conformità alle disposizione normative”, continua Allegni.
“Parlando di tagli, facendo una politica seria e competente, e non solo una becera propaganda basata sul nulla, bisogna invece sottolineare come, passate le elezioni, il Governo abbia confermato quanto le opposizioni avevano denunciato alla presentazione della finanziaria: la spending review di 250 milioni di euro in 5 anni dei trasferimenti statali ai Comuni – affonda la segretaria dem -. Gli amministratori locali stanno dunque facendo i conti in questi giorni con l’impatto che avranno questi tagli sui bilanci dei Comuni. Dalle prime stime, si parla di minori introiti per decine, a volte centinaia di migliaia di euro destinati alla spesa corrente che metterebbero in seria difficoltà la gestione ordinarie dei servizi pubblici. Ciò che indigna maggiormente – rincara Allegni – sono i criteri indicati: più risorse i Comuni avranno ottenuto dai progetti del PNRR, maggiori saranno i tagli, penalizzando quindi proprio gli Enti più virtuosi, che hanno mostrato maggiori capacità progettuali, con il forte rischio di costruire cattedrali nel deserto, se non ci saranno fondi sufficienti per la spesa corrente delle opere già avviate e finanziate. Il Comune di Cesena ha stimato in 545 mila euro il taglio alle loro casse comunali – dichiara la segretaria Dem che poi si rivolge a Sindaco Zattini -. E’ in grado di comunicare alla cittadinanza quali saranno i mancati trasferimenti che il Governo, che lo ha ampiamente sostenuto in campagna elettorale con sfilate di Ministri, ha previsto per Forlì?”
“Ma le contraddizioni non finiscono qui. Con una mano Giorgia Meloni firma la legge sull’autonomia differenziata in nome di un falso federalismo fiscale, con l’altra sancisce tagli lineari ai Comuni più attivi e capaci di utilizzare i fondi europei. Punizione o ripicca? Un motivo in più per impegnarci come PD Forlivese nelle prossime settimane, a partire dalle nostre Feste de L’Unità, nella mobilitazione per raccogliere le firme per chiedere l’abolizione della “riforma Calderoli” sull’autonomia differenziata. Non dimentichiamo quindi chi sta tagliando fondi, anche sulla sanità: è ora di smetterla con la retorica meloniana del fondo sanitario più alto di sempre. Continuiamo a chiarire come il fondo sanitario si calcoli in rapporto al Pil, per cui il calo in percentuale rispetto agli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti”, conclude Allegni.