Attenzione alle aree interne e alla montagna: è questo uno dei punti del programma di Michele de Pascale, candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, sul quale l’impegno dei candidati al consiglio regionale Valentina Ancarani e Daniele Valbonesi non mancherà. Lo hanno confermato nell’incontro tenutosi giovedì mattina a Galeata.
Ha aperto la segretaria territoriale del PD forlivese Gessica Allegni: “Occuparsi di aree interne è avere a cuore il futuro delle nostre comunità. Tenere insieme vallate e pianura, nell’ambito di una pianificazione sociale, economica, urbanistica è una delle riflessioni più urgenti che il cambiamento climatico ci impone ed è necessario che diventi una questione nazionale. Michele de Pascale intende dare centralità a questo tema, che richiede strategia e programmazione, è l’unico ad averne parlato in campagna elettorale, l’unico ad essersi fatto carico di ascoltare le richieste e i bisogni dei sindaci e dei cittadini di queste aree del territorio, che rischiano nel tempo marginalità e incremento dello spopolamento e che si trovano anche a dover affrontare una ricostruzione lunga e difficile, che impone di sostenere i nostri amministratori. Per questo siamo qui oggi, insieme ai nostri candidati Valentina Ancarani e Daniele Valbonesi, a prenderci un impegno solenne con questi territori, per una Regione che non li lasci soli. Inoltre, proprio in questi giorni a Capaccio si svolge Oltreterra, un progetto che affronta temi e criticità della montagna per cercare soluzioni e riportare in questi territori economia, sviluppo e benessere”.
“Dobbiamo impegnarci per rendere attrattive le montagne, le colline e le nostre aree interne – afferma Ancarani -. Per farlo occorrono investimenti mirati, sia con riferimento ai servizi alla persona che alle infrastrutture, penso ai trasporti, alla sanità, alla medicina del territorio con le case della comunità, ma anche alle reti di connessione e alle politiche culturali e scolastiche. Ciò non sarà possibile se non saremo in grado di assicurare un servizio prossimo al cittadino e di qualità: non basta infatti parlare di lotta allo spopolamento ma occorre favorire il ripopolamento e una vera e propria stagione di rinascita delle nostre aree interne”.
“Solo dal benessere delle aree montane, collinari e interne, passa il benessere della pianura – prosegue Ancarani – e ne è la prova quello che è recentemente accaduto in occasioni degli eventi alluvionali. E’ dunque necessario un piano straordinario di manutenzione del territorio, così come stimolare processi di difesa attiva dello stesso. Penso soprattutto alla necessità di favorire e tutelare le nuove forme di agricoltura a vocazione territoriale, impegno che si lega strettamente anche al circuito turistico ed enogastronomico, elementi su cui plasmare un nuovo modello di sviluppo di un territorio non solo da scoprire, ma anche da vivere 365 giorni all’anno”.
“La regione Emilia-Romagna ha messo in atto iniziative molto significative in questi anni per i comuni montani, ne cito solo alcune: dai bus gratuiti per gli studenti al fondo per gli asili a favore di 70 comuni montani, dai contributi a fondo perduto per l’acquisto della prima casa ai contributi per la viabilità comunale per circa 10 milioni annui alle Unioni dei Comuni –afferma Valbonesi -. Ma l’impegno della nostra Regione per la montagna e la collina da solo non basta, c’è bisogno di una seria e duratura politica nazionale. Cosa serve alla nostra collina e montagna è noto: lavoro, servizi alla persona (scuola, sanità, cultura), cura del territorio e infrastrutture materiali ed immateriali”.
Valbonesi elenca poi le necessità prioritarie: “A livello regionale serve uno sforzo maggiore rivolto ai comuni montani, in particolare a quelli posti più in alto geograficamente e con maggiore fragilità socio-economica. Serve che in ogni provvedimento nazionale o regionale che riguardi l’economia, i servizi o le infrastrutture ci sia una netta priorità per le aree montane. Servono una nuova legge regionale sulle Unioni dei Comuni, un Piano straordinario decennale, finanziato con un provvedimento nazionale, per l’assetto idrogeologico dei versanti della montagna romagnola. Occorre un nuovo sguardo della politica che sappia prevedere il futuro con determinazione e speranza, sapendo che molti più giovani di prima oggi vogliono restare a vivere nel territorio di collina e di montagna, sia per ragioni affettive ma soprattutto perché è cambiato il rapporto tra tempo libero e tempo di lavoro, è cresciuta la voglia di stare a contatto con la natura”, conclude Valbonesi.