Nel 2009 Forlimpopoli è stato il primo comune in Romagna e il secondo in Regione a partire con la raccolta dei rifiuti porta a porta. Da allora, relativamente ai rifiuti, sono successe tante cose: la crisi dei rifiuti a Napoli, Roma, Palermo ecc., la chiusura di tante discariche, l’autorizzazione per il nuovo termovalorizzatore di Hera a Forlì, la partenza nel 2010 del porta a porta a Bertinoro, l’introduzione del porta a porta in alcuni quartieri di Forlì e di un porta a porta misto a cassonetto a Cesena, che hanno portato la raccolta differenziata nella nostra Provincia a percentuali superiori al 50%.
In questi ultimi anni, grazie anche a un forte impulso dato da diverse Amministrazioni e da tanti Gruppi ecologisti, i rifiuti sono diventati uno degli argomenti più discussi nell’agenda politica.
Nella passata legislatura, grazie a questo impulso, venne presentata una Legge Regionale sui rifiuti, non approvata per la decadenza della Giunta Errani.
Negli ultimi anni nel Forlivese, la Giunta Balzani con l’Assessore Bellini e quasi tutti i Comuni del Comprensorio, cominciarono a chiedere alla Regione di poter gestire, con una società in House, la raccolta differenziata dei rifiuti per ridurre le spese ed avviare una politica di gestione pubblica dei rifiuti.
Nell’estate del 2014 a complicare le cose è arrivato il Decreto Sblocca-Italia che, con il famigerato art. 35, imponeva l’utilizzo alla massima potenza degli inceneritori in modo da poter bruciare anche rifiuti provenienti da fuori Regione. Arrivato il Decreto, Hera ha presentato la domanda di aumento per l’inceneritore di Forlì da 120.000 tonnellate a 180.000 tonnellate e ha chiesto, inoltre, per avere rifiuti sufficienti, di poter bruciare anche i rifiuti speciali e non solo quelli urbani.
Ai primi di gennaio la nuova Amministrazione Regionale parte quindi con un’altra grande sfida: una legge decaduta e per la quale ci sono tante incognite e discussioni, la gestione in house dei rifiuti da parte del Comprensorio Forlivese che presenta tanti problemi che sembrano insormontabili e lo Sblocca-Italia che, facendo bruciare comunque al massimo l’inceneritore di Forlì, impedisce di proporre ai Cittadini una Società Postincenerimento grazie a un forte impegno per ridurre i rifiuti indifferenziati da bruciare.
Fortunatamente nei giorni scorsi il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’Assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, adempiendo alle promesse fatte in campagna elettorale e assecondando l’impegno e la volontà politica di tanti, hanno effettuato le scelte auspicate che dovrebbero affrontare in maniera adeguata i problemi:
I Comuni del Comprensorio Forlivese, se presenteranno un piano convincente sia dal punto di vista esecutivo che economico, potranno costituire una società in house per gestire la raccolta porta a porta nei comuni di competenza;
La Giunta ha deliberato la nuova legge sui rifiuti sulla quale sembra esserci la convergenza di TUTTI, finalmente la Buona Politica decide di perseguire “un’economia circolare” dove non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. La volontà di tutti noi Consiglieri è di approvarla in Assemblea legislativa il prima possibile;
La Giunta ha raggiunto un accordo con i gestori degli inceneritori grazie al quale lo Sblocca-Italia diventa inefficace: non si aumentano le potenze degli inceneritori, non si bruciano rifiuti da fuori Regione se non per particolari emergenze e per brevi tempi concordati e a Forlì si bruciano soltanto rifiuti urbani.
Il Presidente Bonaccini, la Regione e il Partito Democratico anche sui rifiuti stanno mantenendo le promesse fatte, per cui, se abbiamo veramente a cuore il problema al di là di ogni speculazione politica, a questo punto, ognuno di noi, secondo il ruolo che ricopre, deve impegnarsi a:
approvare velocemente la legge e sottoscrivere gli accordi;
ridurre notevolmente la produzione di rifiuti urbani indifferenziati da bruciare in modo che non ci siano più quantitativi sufficienti per mantenere acceso l’inceneritore e avviando di fatto l’era del postincenerimento;
fare in modo che, anche nel nostro territorio, si avviino quelle iniziative industriali che, chiudendo la filiere del rifiuto riutilizzandolo come materia prima, si creino nuovi posti di lavoro e si producano risorse per ridurre significativamente la bolletta dei rifiuti.