La politica dell’urbanistica commerciale in atto nel Comune di Forlì suscita da tempo un vivace dibattito, che ha avuto, nella vicenda Esselunga, uno dei suoi momenti più acuti. Quella politica coinvolge certamente anche scelte delle passate amministrazioni municipali guidate dal PD.
Oggi, con il senno di poi, si può dire che quella programmazione del commercio non è più attuale. Reputo totalmente inadeguate le conseguenti scelte urbanistiche compiute dall’amministrazione Zattini. Scelte che vengono portate alle estreme conseguenze con il maxi intervento in corso nella zona del casello dell’A1, in coerenza, purtroppo, con le decisioni prese fin dalla nascita di questa giunta in tutto quel quadrante nord della città (Punta di Ferro-A14, via Bertini e non solo).
Si tratta di scelte fuori tempo che hanno sovradimensionato il fabbisogno della distribuzione commerciale della città, che ne stanno pregiudicando il volto urbanistico, compromettendo la viabilità, non solo nei quartieri più direttamente coinvolti, e, soprattutto, accrescendo il consumo di suolo che vede Forlì ai primi posti in Regione per incremento.
Dopo avere attribuito in tutti questi anni le responsabilità al piano del commercio del 2017, per dimostrare così che la Giunta Zattini aveva subito quella programmazione ma non la condivideva, finalmente il Vice Sindaco di Forlì, con la sua intervista di pochi giorni fa, dice la verità, ammettendo sostanzialmente di condividere quel piano. Per farlo riprende le stesse argomentazioni che usò su Esselenga: “Ci saranno centinaia di posti di lavoro in più, Forlì diventerà più attraente, non è vero che la viabilità sarà compromessa, i forlivesi trarranno beneficio dal grande assortimento commerciale”.
La risposta a queste argomentazioni l’hanno data gli interventi pubblicati sulla stampa locale, che condivido, sia del Presidente di Confcommercio Forlì, che di Confesercenti dell’Emilia-Romagna, che segnalano la grande perdita di attività commerciali avvenuta in questi ultimi dieci anni a Forlì, in particolare, e nella nostra Provincia. Per non parlare poi dell’effetto negativo che l’ulteriore proliferazione dei centri commerciali sta già avendo e avrà sempre di più in futuro, non solo sul centro storico di Forlì, ma sui piccoli negozi dei Comuni del Comprensorio, impoverendone di conseguenza tutto il tessuto sociale ed economico.
Ma è sul centro storico di Forlì che occorre puntare l’attenzione. Dove sono finite le promesse elettorali e il roboante proposito di Zattini per un grande piano di rilancio del centro storico? Se ne sono perse le tracce, mentre l’attuale Amministrazione continua a promuovere centri commerciali e centri direzionali alla periferia della città, come quelli in prossimità del casello autostradale o di Vecchiazzano. Il centro storico, che avrebbe bisogno di una nuova normativa urbanistica per favorirne la riqualificazione edilizia, ed è purtroppo già desertificato di negozi di prossimità, rischia anche di perdere i centri direzionali e quelli dei servizi, previsti anch’essi nel cosiddetto “distretto del Consumo” tra il Punta di Ferro e l’A14.
Quelle che si compiono oggi per Forlì non sono scelte inevitabili né tantomeno moderne, se è vero che in alcune città italiane che hanno favorito vent’anni fa il decentramento commerciale a favore delle periferie, si sta tornando indietro per rivitalizzare invece i propri centri. A Forlì, ad esempio, Unieuro ha collocato la propria sede proprio nel centro storico, dando così un grande segnale di legame con la città. Significa che si può fare.
Una delle motivazioni utilizzate fino ad ora dall’attuale Giunta, per spingere verso l’ulteriore urbanizzazione residenziale e commerciale, è stata che non si potevano eliminare le programmazioni precedenti perché i proprietari dei terreni avevano acquisito dei diritti. E’ una strana concezione della pianificazione urbanistica quella della Giunta Zattini, una concezione che mette davanti agli interessi pubblici quelli privati e in base alla quale una volta prevista una destinazione d’uso dei terreni, non si può più tornare indietro.
Invece, dal 2019 ad oggi, il tempo c’è stato per cambiare le cose, non solo non si è voluto farlo ma si è spinto l’acceleratore per dare attuazione solo alle previsioni di nuove costruzioni. Basterebbe ricordare ciò che è avvenuto invece qualche anno fa a S.Lazzaro di Savena dove la Sindaca Conti, poi rieletta con l’80% dei consensi, ha modificato il proprio PRG eliminando un’enorme urbanizzazione edilizia e vincendo al TAR ed al Consiglio di Stato contro il ricorso dei proprietari dei terreni.
Per le scelte compiute in questi quattro anni, la Giunta Zattini deve smettere di nascondersi dietro le vecchie previsioni urbanistiche che ha ereditato. Da quando si è insediata quelle previsioni sono diventate le previsioni dell’attuale Giunta e oggi ne porta per intero le responsabilità.
Daniele Valbonesi
Segretario territoriale del PD Forlivese