Violenza sulle donne: trasformiamo il minuto di silenzio in un “rumore” quotidiano

“Il feroce femminicidio di Giulia Cecchettin alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ha suscitato una fortissima reazione nell’opinione pubblica, perché purtroppo in questo caso si ritrovano tanti, troppi elementi tipici che ogni anno portano alla morte oltre 100 donne per mano di un partner o familiare”, esordisce così Gessica Allegni, segretaria territoriale del PD forlivese. L’onda emotiva di questi giorni ha dato l’impulso ad accelerare l’approvazione all’unanimità in Parlamento di una nuova legge, che rafforza alcune misure già previste dalla legge “Codice rosso” del 2019: “un passo avanti sicuramente, ma che presenta tutti i limiti dell’approccio troppo rivolto all’inasprimento delle misure da applicare dopo la violenza e molto poco sulla prevenzione, sulla formazione degli operatori della giustizia e dell’educazione nelle scuole per le quali non sono previsti finanziamenti sufficienti”, continua a Allegni.

“L’importanza di queste azioni si manifesta in tutta la sua drammaticità, se sarà confermato quanto sta emergendo dalle indagini sul femminicidio di Giulia Cecchettin, ovvero che c’è stata una sottovalutazione delle denunce da parte delle forze dell’ordine locali e dei tanti segnali di disagio che la ragazza aveva manifestato da tempo”, aggiunge Allegni.

Per questo motivo, il Partito Democratico e la Conferenza delle Donne Democratiche, che da sempre considerano il contrasto alla violenza contro le donne come una priorità, hanno elaborato una serie di proposte concrete rivolte a sradicare il fenomeno che ha origine nella sperequazione di potere e nelle relazioni asimmetriche tra uomini e donne esistenti nella società e che non può prescindere dagli investimenti sull’occupazione femminile e sulla condivisione dei carichi di cura.

  • Obbligatorietà dell’educazione al rispetto delle differenze e all’affettività in tutti i cicli scolastici, in modo strutturale
  • Maggiori investimenti sulla rete dei Centri antiviolenza e delle case rifugio.
  • Decreti attuativi della legge sulle statistiche di genere, indispensabile per conoscere, monitorare e individuare le azioni più efficaci
  • Risorse per il reddito di libertà che consente alle donne di allontanarsi e rendersi autonome dai partner aguzzini
  • Rafforzamento dei percorsi di recupero degli uomini maltrattanti

“I dati del territorio diffusi dal Centro Donna per il 2023 confermano purtroppo che tocchiamo da vicino questa emergenza e che è necessario continuare a lavorare a tutti i livelli: 108 casi di maltrattamenti in dieci mesi sono un dato significativo, come anche l’aumento di donne straniere e giovani, nella fascia 18-24 anni, che si sono rivolte al centro – conclude Allegni -. A questo proposito non si può dimenticare che le forze di destra italiane non hanno firmato la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica al Parlamento Europeo, dimostrando ancora una volta la miopia su temi fondamentali come questo, che non possono essere in alcun modo strumentalizzati politicamente e sui quali è fondamentale il massimo impegno di tutte le forze politiche”.